Sulle colline del piccolo paese di Gradara sorge un famoso castello attorniato da un antico borgo fortificato che rappresenta un autentico emblema di architettura medioevale. Costruito in posizione strategica, lungo la linea di confine che separa le Marche dalla Romagna, svolse in passato un ruolo fondamentale nelle lunghe ed estenuanti contese che videro protagonisti il Papato e le casate locali trasformandosi nel palcoscenico di scontri feroci e sanguinose battaglie. Dal mastio del castello, alto circa 30 metri, è possibile godere la vista di uno splendido paesaggio che dai morbidi profili collinari scende fino al mare.
La rocca è avvolta da una doppia cinta muraria merlata che racchiude il borgo medioevale ed è accessibile attraverso i ponti levatoi che conducono i visitatori del castello a passeggiare nell’elegante cortile e ad ammirare le raffinate sale interne che ricordano i fasti delle più importanti famiglie che hanno alloggiato tra queste mura: i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere. Fu proprio durante il dominio malatestiano che Gradara si trasformò in una delle più inaccessibili roccaforti situate sul territorio. In questo periodo ebbe luogo la tragica storia d’amore tra Paolo e Francesca celebrata da Dante nella Divina Commedia e legata inscindibilmente al castello di Gradara che fece da imponente scenografia allo svolgersi della drammatica vicenda culminata con la morte dei due innamorati per mano di Giangiotto, marito di Francesca e fratello di Paolo. Giangiotto colse infatti i giovani amanti in teneri atteggiamenti e non esitò a sferrare la propria spada verso il fratello proprio nel momento in cui Francesca cercava di fare scudo all’amato con il proprio corpo. La conclusione fu tragica: entrambi furono trafitti dalla lama di Giangiotto e morirono insieme segnando l’evento sentimentale più appassionato e triste che si svolse tra queste pareti. Seguirono poi gli anni del dominio degli Sforza che videro la presenza a Gradara della bella e intrigante figura di Lucrezia Borgia, seconda moglie di Giovanni Sforza. Lucrezia, spietatamente manipolata dal perfido padre Papa Alessandro VI Borgia, lasciò il marito sposandosi in seguito con altri uomini per compiacere i loschi intrighi paterni e avvelenando gli uomini che le erano di ostacolo. Successivamente presero possesso del castello i Della Rovere, il Papato, nobili famiglie locali, il Comune ed alcuni privati.
L’atmosfera suggestiva e avvolgente trasforma Gradara nel luogo ideale per lo svolgimento di eventi spettacolari e affascinanti tra cui domina l’”Assedio al Castello”. Si celebra nella terza settimana del mese di luglio e rappresenta la rievocazione storica dell’impetuoso assalto orchestrato da Francesco Sforza nel 1446, con la collaborazione di Federico da Montefeltro, per conquistare la rocca difesa da Sigismondo Malatesta che riuscì a respingere l’attacco. Dopo la celebrazione in ricordo dell’antica battaglia si festeggia “la notte di fuoco” con il borgo invaso da musici, figuranti e artisti di vario genere. In estate sono imperdibili anche la visita al castello nelle ore serali, quando la rocca viene avvolta dalle luci notturne e diventa ancor più suggestiva e misteriosa, e la rievocazione della chiusura delle porte del borgo. “Solsfizio al castello” è invece dedicato alla promozione e valorizzazione del patrimonio agro-alimentare del territorio e contempla l’offerta da parte dei ristoratori locali di menù completi a base di prodotti tipici e a costi molto convenienti. In inverno, in occasione delle festività natalizie, si celebra “il castello di Natale” mentre per S. Valentino si festeggia “Gradara d’amare” in omaggio a Paolo e Francesca e a tutti gli innamorati.
Vi sono poi mostre, sfilate ed esibizioni in costume, corsi di danza e scherma antica. Gradara propone ai suoi visitatori anche i camminamenti di ronda lungo le mura che circondano il borgo, il Museo Storico che custodisce strumenti di tortura, armi medioevali, attrezzature della civiltà contadina e le grotte del IV -V secolo. All’interno della chiesa di S. Giovanni si trova invece un pregevole crocefisso del XV secolo mentre nel Giardino degli Ulivi troneggiano delle piante secolari dalle fogge più curiose e, sparsi qua e là per il paese, non mancano deliziosi alloggi e ottimi ristoranti